Questi strumenti vengono forzati nella bocca della vittima, ed indi espansi a forza di vite al massimo diametro dei segmenti. L'interno della cavità colpita viene irrimediabilmente, e quasi sempre fatalmente, dilaniato grazie anche alle punte che sporgono dai tre segmenti.
La storia abbonda di martiri, sia religiosi che laici, che dovevano subire questo supplizio, forse più terribile addirittura del rogo a fuoco lento o dell'immersione nell'olio bollente. A causa della posizione capovolta, la quale assicura un'adeguata ossigenazione del cervello ed impedisce il dissanguamento generale, la vittima non perde la conoscenza finché la sega non arriva all'ombelico, ed anche, stando a testimonianze del primo Ottocento, al torace.
L'incurabile giocatore a carte o a dadi, ma anche il fumatore di tabacco non munito dell'apposita licenza, veniva condotto per le strade della città addobbato con queste collane che portano attaccati i simboli dei suoi misfatti: strumenti in verità, di pubblica umiliazione più che di tortura, anche se, dopo qualche giorno e notte di inflizione, questi congegni cagionavano tormenti non indifferenti.
Non occorrono molti commenti riguardo questo attrezzo, che sembra più un'arma da guerra che non uno strumento di tortura; eppure, nonostante questa apparenza, flagelli più o meno simili, ma in grande varietà con due, tre e persino otto catene più o meno lunghe, munite di più "stelle" oppure coadiuvati da verghe d'acciaio taglienti come rasoi - si usavano, e limitatamente si usano tuttora, per la fustigazione del corpo umano. E' evidente che un corpo così trattato viene distrutto: spolpato fino alle ossa, le ossa frantumate.
Due sono le versioni di questo famigerato strumento: quella tipicamente spagnola, in cui la vite tira indietro il collare di ferro, uccidendo la vittima solo per asfissia, e quella catalana, in cui un aculeo di ferro penetra e schiaccia le vertebre cervicali mentre al tempo stesso la vite spinge l'intero collo in avanti, forzando la trachea contro il collare fisso ed uccidendo sia per asfissia sia per stritolamento del midollo spinale. Il primo tipo rimase in uso in Spagna fino alla morte di Franco nel 1975 - poi venne abolita la pena di morte. Il secondo tipo è tuttora in uso in alcune località dell'America latina per le torture poliziesche e per esecuzioni.
Semplice ed efficacissimo, lo schiacciamento delle nocche, delle falangi e delle unghie è un tormento fra i più antichi. Lo strumento con le tre barre può accomodare due pollici e quattro dita, e senza dubbio induce presto alla confessione nella maggioranza dei casi.
Sino alla fine del ‘700, i panorami urbani e suburbani europei abbondavano di gabbie in ferro e in legno affisse all'esterno dei palazzi comunali e ducali, ai palazzi di giustizia, alle cattedrali, alle mura cittadine ed in cima ad alte forche erette presso gli incroci delle strade maestre. In esse, la vittima, viva, veniva rinchiusa e lasciata morire di fame e di sete, sorte questa coadiuvata anche dalle intemperie. Per prevenire il distacco delle membra, il corpo veniva avvolto in catene o in corregge di tela o di cuoio, e così addobbato veniva appeso in piazza al pubblico ammonimento
Sia a freddo che arroventate, le quattro zanne straziavano i seni di innumerevoli donne condannate per eresia, bestemmia, adulterio, "atti libidinosi", aborto, magia bianca erotica e molti altri reati. In alcune regioni della Francia e della Germania fino all'inizio dell'Ottocento, questo trattamento veniva inflitto alle ragazze-madri. Oltre all'uso punitivo, lo strazio dei seni serviva anche come tortura inquisitoria e giuridica
Lo stiramento, o allungamento, o smembramento longitudinale mediante la forza di tensione, era in uso già ai tempi degli antichi egizi e dei babilonesi. La vittima viene letteralmente allungata a forza d'argano, e diverse vecchie testimonianze parlano anche di trenta centimetri, misura questa inconcepibile che deriva dallo slogamento di ogni articolazione delle gambe e delle braccia e dallo smembramento della colonna dorsale, nonché dallo stacco e dallo strappo dei muscoli degli arti, del petto e dell'addome, effetti questi naturalmente mortali. In Europa il banco orizzontale costituiva un attrezzo fondamentale in ogni carcere di tortura dal Medioevo fino alla scomparsa della tortura nel tardo Settecento. In molti paesi extraeuropei sussistono entrambi, anche al giorno d'oggi.
Erano ferri a forma di sandali e ne esistevano di diversi tipi. Spesso venivano infuocati ed, una volta calzati, attraverso di essi si conficcavano chiodi incandescenti in modo da ferrare i piedi del disgraziato (come per le bestie da soma). Altri ancora erano muniti di punte nella suola ed in particolare sulla battuta del tallone in modo che ad ogni passo, per il peso del corpo, gli aculei si conficcassero sempre più profondamente nella carne